Articoli


Cosa significa essere Cristiano?

 

    1 Oggi giorno non si comprende bene quello che essere cristiano significa,  inoltre, il termine ‘cristiano’ si utilizza colloquialmente in contesti differenti ed espressioni che alterano il suo significato, per esempio si dice: ‘A questa ora non si vede un cristiano per la strada’… o ‘sono un cristiano, non sono una bestia’. Sotto il termine ‘cristiano’, leggiamo nel dizionario Larousse: “Che é battezzato e professa la religione di Cristo. I Cristiani si dividono in Cattolici, Protestanti e Scismatici”. Secondo questa definizione, esisterebbero diverse maniere di professare il cristianesimo, però essere ‘cristiano’ significa essere ‘seguaci di Cristo’, e per essere seguaci di Cristo é imprescindibile conoscere e osservare il suo insegnamento che dà vita a “… una sola speranza, (la vita eterna) perché c’é un solo Signore, (Cristo) una sola fede, (gli insegnamenti che vengono dello spirito di Dio) un solo battesimo (quello che si riceve in nome di Cristo e che simbolicamente ci unisce a lui nella sua morte) e un solo Dio che é il Padre di tutti, il quale è al di sopra di tutto, opera a favore di tutti ed in tutti.” (Efesini 4:4-6)

 

    2 Gesù aveva detto ai suoi seguaci: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi.” (Giovanni 8:31-32) Questo significa che solamente coloro che si mantengono fedelmente nella sua parola, ossia nel suo insegnamento, senza prestar fede a dottrine estranee ad esso, sono i suoi veri discepoli. L’apostolo Pietro scrisse alla congregazione del primo secolo: “Diletti, questa è già la seconda lettera che vi scrivo, in entrambe faccio appello alla vostra memoria per risvegliare la vostra mente, affinché ricordiate correttamente le parole dette dai santi profeti e le istruzioni che il Signore e Salvatore vi ha trasmesso mediante gli apostoli.” (2Pietro 3:1-2) Queste parole che solamente si trovano nelle Scritture riconosciute come canoniche, non ammettono interpolazioni, né aggiunte, né modifiche, perché come Paolo dichiarò: “Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre, non siate sviati da storie ed insegnamenti diversi.” (Ebrei 13: 8-9) I suoi veri discepoli devono quindi conoscere e ricordare le parole dei profeti e la dottrina apostolica, perché predicono e danno a conoscere la vera buona notizia della salvezza che Dio ha messo a disposizione dell’umanità, e costituiscono l’unico fondamento della fede in Cristo e della sua mediazione a favore dell’umanità.

 

    3 La verità che libera coloro che accettano gli insegnamenti di Cristo, non si incontra nelle prediche preparate secondo le differenti interpretazioni di una Cristianità soggetta ai dogmi e alle dottrine della chiamata ‘tradizione cristiana’. Tradizione che adulterata per le correnti del platonismo, interpreta e corrompe attraverso la astrazione filosofica, la semplice e pura dottrina apostolica. Pietro avverte: “Considerate che la pazienza del nostro Signore è per la salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data, trattando questi argomenti, come fa in tutte le sue lettere. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi che gli ignoranti e gli immaturi ne torcono il significato, come fanno anche con il resto delle Scritture, per la propria distruzione. Voi dunque carissimi, sapendo queste cose in anticipo, state in guardia per non essere trascinati nell’errore degli empi e così venire meno nella vostra fermezza…”. (2Pietro 3:15-17) e Paolo spiega: “Poiché, siccome il mondo con la propria filosofia, non ha conosciuto Dio, egli secondo la sua sapienza, mediante quello che viene considerato assurdo, cioè la proclamazione, ha ritenuto bene salvare quelli che credono.” (1Corinti 1:21) d’altra parte, “Sta per giungere il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma secondo i propri desideri si circonderanno di maestri per udire quello che gli piace, non daranno più ascolto alla verità e si volgeranno alle false storie.” (2Timoteo 4:3-4)

 

    4 Avvisando del pericolo di dare agli insegnamenti di Cristo interpretazioni estranee allo spirito delle Scritture, Paolo indicava a Timoteo che: “Se qualcuno insegna qualcosa di diverso e non si attiene, con rispettoso timore, alle sane parole del nostro signore Gesù Cristo, è un arrogante e non comprende nulla, si fissa nel discutere su questioni controverse e sull’interpretazione di parole, di qui nascono odio, rivalità, calunnie, malvagi sospetti, violente discussioni, fra persone di mente corrotta e prive della verità, le quali considerano la pratica della fede come un mezzo per il loro vantaggio personale.”, (1Timoteo 6:3-5) e lo esortava a mantenersi fedele, dicendo: “Trasmettendo queste istruzioni ai fratelli, sarai un buon servitore di Cristo Gesù, educato con le parole della fede e del buon insegnamento che hai ricevuto. Rifiuta di dare ascolto alle false storie che le vecchie raccontano, contrarie a ciò che è santo. Esercitati nel mettere in pratica la fede, l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pratica della fede è utile a tutto, perché permette di ottenere vita presente e quella futura.” (1Timoteo 4:6-8) Fra l’altro, ammoniva i discepoli di Corinto, dicendo: se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che noi abbiamo predicato, o se si tratta di ricevere, uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o una buona notizia diversa da quella che avete accettato, voi lo ascoltate volentieri.” (2Corinti 11:4)

 

    5 Tutto successe come Gesù e gli apostoli avevano predetto. Gesù, dopo essere resuscitato, trasmise all’apostolo Giovanni messaggi diretti ai suoi discepoli di tutti i tempi, dicendo “…io sono colui che ha cominciato e colui che concluderà, il vivente, ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli e possiedo le chiavi della morte e dell’ades.” (Apocalisse 1:17-18) Giovanni visse per vedere come fra i discepoli si generarono e crebbero disaccordi che dopo la sua morte determinarono la fine della Congregazione di Dio. Congregazione che rimane come addormentata nell’ades, (il sepolcro) aspettando che Colui che ha le chiavi della morte e dell’ades, la risvegli al suo ritorno nel suo originale splendore. È per questo che Giovanni scrisse: “Figlioli, questa è l'ultima ora. E come avete udito che deve venire l'anticristo, così ora, molti anticristi sono apparsi. (Ossia, quei discepoli che allontanandosi dagli insegnamenti apostolici, cambiarono la buona notizia). Da questo sappiamo che è l'ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri. Se fossero stati dei nostri sarebbero rimasti con noi, ma doveva rendersi manifesto, che non tutti sono dei nostri.” (1Giovanni 2:18-19) Cosicché, durante i primi secoli, si moltiplicarono le sette e proliferarono gli scritti falsamente attribuiti agli apostoli, scritti che narravano supposti fatti della vita di Gesù e di sua madre Maria, propagando interpretazioni fantastiche e mistiche delle loro vite. La diffusione di “…false storie contrarie a ciò che è santo, provocò il “…discutere su questioni controverse e sull’interpretazione di parole, che produssero odio, rivalità e frammentarono i cristiani in centinaia di sette. Da quel tempo, come ben aveva profetizzato Gesù ai suoi apostoli, “il grano e la zizzania” sarebbero cresciute assieme, fino a quando al suo ritorno, giungerà il tempo della mietitura. (Matteo 13:24-43)

 

    6 Per terminare con la confusione causata dalle divisioni, quelli che esercitavano l’autorità nella congregazione di Roma, intrapresero il compito di riunificare e riorganizzare la dottrina cristiana, considerando appropriato esaminare gli insegnamenti apostolici alla luce del neo platonismo vigente. Dovuto al carattere universale della dottrina cristiana, pensarono che doveva essere trasmessa in termini che fossero considerati universali, ignorando cosi la cosa più importante, e cioè, che la rivelazione biblica, base reale della fede, non è formulata in termini filosofici universali, ma sotto forma di esortazioni personali dirette, rivolte con semplicità alle persone che cercano Dio mediante la fede. Tale trasformazione, sostenuta fra gli altri, dall’imperatore Costantino, portò all’imposizione di concetti e dogmi che alterarono e occultarono l’autentico messaggio delle Scritture, concetti e dogmi che con il tempo hanno dato origine all’apparizione di più di mille confessioni differenti, che ignorano e rifiutano il vero significato del battesimo in Cristo e la genuina buona notizia della dottrina apostolica.

 

    7 Congedandosi dagli anziani della congregazione di Efeso, Paolo disse: “Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé”. (Atti 20:29-30) E ai Tessalonicesi scrisse: “Fratelli, riguardo alla Presenza del nostro signore Gesù e alla nostra riunione con lui, non lasciatevi facilmente confondere o turbare da discorsi o da presunte dichiarazioni ispirate, né da qualche lettera fatta passare per nostra, che pretendono affermare che il giorno del SIGNORE è imminente. Non lasciatevi ingannare da nessuno, perché esso non può venire prima dell’apostasia, prima che sia rivelato l’uomo del peccato, il figlio della distruzione, l’oppositore, che si innalza al disopra di qualunque cosa considerata divina e oggetto di riverenza, che mettendosi a sedere in un luogo divino ostenta divinità.  Non ricordate che quando ero con voi, vi dicevo queste cose? Voi ben sapete che cosa ora lo trattiene, affinché si manifesti solo al tempo stabilito. Poiché, questo ignoto trasgressore è già operante, ma quando sarà tolto di mezzo colui che lo trattiene, allora si rivelerà il trasgressore che il Signore dichiarerà spiritualmente morto e che annienterà al tempo della manifestazione della sua Presenza”. (2Tessalonicesi 2:1-8)

 

    8 Lo storico cristiano Eusebio di Cesarea conferma nella sua “Storia Ecclesiastica” queste parole di Paolo, quando parlando delle “Memorie” di Hegesipo, il più antico degli storici cristiani, che scrisse trenta o quaranta anni dopo la morte dell’apostolo Giovanni, dice: “…lo stesso autore (Hegesipo), aggiunge parlando di quei tempi, che fino ad allora (mentre gli apostoli erano in vita) la chiesa certamente permaneva vergine, pura e incorrotta, come se fino a quel momento coloro che si proponevano corrompere la sana dottrina della predicazione del Salvatore, si occultassero nella oscurità. Ma quando il sacro coro degli apostoli raggiunse in distinta maniera il finale della vita e scomparse quella generazione che fu degna di ascoltare con le sue proprie orecchie la saggezza divina, iniziò la confabulazione del errore empio per mezzo dell’inganno dei maestri di false dottrine, che d’allora e per non rimanere nessuno degli apostoli, pretesero a testa scoperta, opporre alla predicazione della verità, la predicazione della falsamente chiamata ‘gnosi’ (conoscenza; gnosi si applicava alla conoscenza della filosofia). (Storia Ecclesiastica, libro terzo, capitolo 32, paragrafi 7 e 8)

 

    9 I discepoli di Cristo, devono sforzarsi ad identificare e rifiutare tutte le tradizioni, le speculazioni filosofiche e le dottrine che alterano l’insegnamento apostolico. Questo è fondamentale, dato che cose come queste furono quelle che impedirono al popolo ebreo di riconoscere il Messia. Paolo ci esorta a rimanere fedeli al sano insegnamento, dicendo “…per vostro beneficio, affinché impariate da noi (gli apostoli) il principio di non andare oltre ciò che è scritto, affinché nessuno si senta superiore agli altri.” (1Corinti 4:6) Ritorniamo, per tanto, alla purezza e alla semplicità delle Scritture, mentre in armonia con l’autentica buona notizia, aspettiamo con speranza “…nuovi cieli ed una terra nuova, nei quali dimorerà la giustizia”, (2Pietro 3:13) perché secondo le Scritture, l’umanità ha davanti a se una vita eterna nella “…terra futura, della quale parliamo”, (Ebrei 2:5) sotto i ‘nuovi cieli’, ossia, il governo di Cristo. Per questo motivo, i discepoli di Cristo devono rivestire una nuova personalità adeguata, cosicché al suo ritorno, li trovi “…senza macchia, irreprensibili e in pace”, (2Pietro 3:14) mentre seguono il consiglio che Paolo rivolge ai discepoli di tutti i tempi: “Conforme alla verità che è in Gesù, siete stati ammaestrati a spogliarvi, per quanto riguarda la vostra vita passata, della vecchia personalità che si corrompe, seguendo le passioni ingannatrici, e ad essere rinnovati mediante lo Spirito che fa operare la vostra mente, e così rivestire la nuova personalità, che è stata creata ad immagine di Dio, in vera giustizia e santità.” (Efesini 4:21-24)

 

    10 Il fatto di rivestire una nuova personalità è di vitale importanza. Gesù disse: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 7:21) Per questo Paolo scrive: “Se dunque siete stati destati con Cristo, cercate le cose di sopra, dove Cristo si trova seduto alla destra di Dio. Pensate alle cose di sopra e non a quelle terrene, poiché voi siete morti e Iddio ha sepolto la vostra vita con Cristo.” (Colossesi 3:1-3) In verità, tutti coloro che sono battezzati nel nome di Cristo, unendosi a lui nella sua morte, rinunciano volontariamente alla vita che hanno ricevuto da Adamo, e pur continuando a vivere in un corpo mortale fino al ritorno del loro Signore, Dio gli proporziona già una nuova vita, di modo che sotto la guida dello spirito santo, possono sviluppare e rivestire una nuova personalità che rifletta la gloria di Dio e che corrisponda a quella che Dio aveva destinato all’uomo quando disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza …” (Genesi 1:26) In armonia con queste cose, Paolo dice: “Tutto mi è permesso, ma non tutto è utile. Tutto mi è lecito, ma non lascerò che nessuna cosa abbia potere su di me.”, (1Corinti 6:12) quindi coloro che condotti per lo spirito, rivestono una personalità nuova, devono “Considerate … come morti i desideri dei sensi, cioè: fornicazione, impurità, passione, desideri perversi e l’avarizia che è idolatria.”, allontanandosi per sempre “…dall’ira, la collera e la malizia, la maldicenza ed il parlare osceno. Fuori dalla vostra bocca!”; e Paolo continua, “Non mentite gli uni agli gli altri, perché, vi siete spogliati della vecchia personalità con le sue pratiche, e avete rivestito la nuova, che mediante l’accurata conoscenza, si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò,”. (Colossesi 3:5-10)

 

    11 Coloro che sono stati chiamati a formare parte del corpo di Cristo, devono ricordare che nulla può essere maggiore di questo incarico, per questo devono esaminare il loro modo di pensare, assoggettando i loro sentimenti ed emozioni alla guida che proviene dallo spirito di Dio, e così favorire lo sviluppo della nuova personalità nella vita che hanno ricevuto da Dio. Pietro scrive: “… siate tutti concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili. Non rendete male per male, né insulto per insulto, ma al contrario benedite, poiché a questo siete stati chiamati, affinché riceviate quello che generosamente vi è stato promesso.” (1Pietro 3:8-9) Con rispetto a queste cose, Paolo ci ricorda che per Dio “…non esiste più Giudeo o Greco, circonciso o incirconciso, barbaro o sciita, schiavo o libero, ma esiste l’unità in Cristo. Rivestitevi dunque, quali eletti di Dio santi e diletti, con sentimenti di compassione, di gentilezza e di umiltà, di dolcezza e di pazienza. Se qualcuno ha qualcosa di cui lamentarsi nei confronti di un altro, sopportatevi e perdonatevi generosamente, come anche il SIGNORE vi ha generosamente perdonati. Soprattutto, rivestitevi d’amore che è un perfetto vincolo d’unione. La pace di Cristo domini sulle vostre emozioni, perché alla pace siete stati chiamati, per formare un solo corpo. Siatene riconoscenti!” (Colossesi 3:11-15)

 

    12 Continua dicendo, La parola di Cristo dimori pienamente in voi. Istruitevi ed esortatevi a vicenda con sapienza, cantando a Dio di tutto cuore, con salmi, inni e cantici spirituali e qualunque cosa facciate o diciate, sia nel nome del Signore Gesù, mentre ringraziate per mezzo di lui Dio il Padre.” (Colossesi 3:16-17) E mostra il miglior cammino per ottenere la pace, dicendo: “Le mogli, siano sottoposte ai loro mariti come al Signore. Mariti, amate le vostre mogli e non irritatevi con loro. Figli, siate ubbidienti in tutte le cose ai vostri genitori, perché questo è gradito al Signore. Padri, non esasperate i vostri figli affinché non si scoraggino. Dipendenti, siate soggetti in ogni cosa a coloro che sono i vostri signori, non solo quando siete visti, come si fa per avere l’approvazione degli uomini, ma con sincerità e nel rispettoso timore del SIGNORE. Qualunque cosa facciate, fatela con tutto il cuore, come se fosse per il SIGNORE e non per gli uomini, sapendo che da Lui riceverete in ricompensa l’eredità come servitori di Cristo il Signore. Chiunque invece, commette ingiustizia, subirà le conseguenze secondo il torto commesso e non ci sarà parzialità per nessuno. Voi signori, date ai vostri dipendenti ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un Signore nel cielo.” (Colossesi 3:18 -25)

 

    13 Scrivendo agli Efesini, aggiunge: “Divenite imitatori di Dio come figli diletti, mostrate lo stesso amore che Cristo vi ha mostrato, il quale ha offerto se stesso, come sacrificio gradito a Dio a nostro favore. La fornicazione e l’immoralità di ogni sorta o la lussuria, non siano neppure menzionate fra di voi, come si conviene fra persone sante, come pure l’indecenza, i discorsi stolti ed immorali e le cose sconvenienti, piuttosto, considerate ciò che è decoroso. Siate pur certi che nessun fornicatore, né immorale o lussurioso, che è come dire nessun idolatra, può avere alcuna parte nel regno del Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con ragionamenti privi di fondamento, ricordate che l’ira di Dio si manifesta contro i figli ribelli. Quindi, non abbiate nessun rapporto con persone di questo genere, e anche se una volta, eravate come loro nelle tenebre, ora siete nella luce del Signore, e come generati nella luce, camminate in essa, perché il prodotto della luce, consiste in ogni cosa buona, giusta e vera. Accertatevi di ciò che è gradito al Signore e non partecipate alle sconvenienti opere delle tenebre, ma anzi, condannatele apertamente. È indecente anche il solo parlare di ciò che essi fanno nel segreto, mentre non è così per le cose che esposte alla luce si manifestano pure, perché sono azioni di cui si può parlare.” (Efesini 5:1-13)

 

    14 Poiché tutte queste cose non procedono dallo spirito del mondo, ma dallo spirito di Dio, questo comportamento, riflesso della nuova personalità, può in qualche occasione provocare il ripudio di familiari ed amici, l’apostolo Pietro scrive: “Per questo, avete posto fine al tempo nel quale soddisfacevate i desideri propri del modo di vivere delle nazioni, lasciandovi andare all’immoralità, alla concupiscenza, alle ubriachezze, alle orge, alle gozzoviglie e all’illecito culto degli idoli. Poiché non correte più con loro, allo stesso basso livello di corruzione, sono perplessi e parlano ingiuriosamente di voi. Di questo, ne renderanno conto a colui che è stato costituito per giudicare i vivi e i morti.”, ed avverte: “Per questo infatti, coloro ai quali è stata predicata la buona notizia, come persone umane devono considerarsi come morti e condurre un’esistenza in armonia allo Spirito di Dio.” (1Pietro 4:3-6)

 

    15 In realtà, tutti coloro che hanno ricevuto il battesimo in nome di Gesù, non appartengono più alla umanità discendente di Adamo, poiché al unirsi simbolicamente a Cristo nella sua morte, Dio li ha destati a una vita nuova, vita che vivono per lo spirito e sotto la guida del suo spirito. Per questa ragione Paolo dice: “Vi dico dunque, scongiurandovi in armonia con il Signore, di non imitare le persone delle nazioni che camminano nella futilità dei loro pensieri e in un deplorevole stato mentale. Queste, per l’ignoranza dovuta all’insensibilità del loro cuore, sono lontane dalla vita che appartiene a Dio…”. (Efesini 4:17-18) Perché “…se è vero che Cristo è unito a voi, è anche vero che siete morti riguardo al peccato, e a causa della giustificazione vivete per lo spirito. Se ora lo spirito di colui che destò Gesù dai morti risiede in voi, colui che lo destò, renderà viventi anche i vostri corpi mortali mediante il suo spirito. Così dunque fratelli, non dobbiamo vivere per soddisfare i desideri sensuali del corpo, poiché se viviamo per soddisfare tali desideri siamo sicuri di morire, ma se viviamo in armonia con lo spirito, facendo morire le pratiche del corpo peccaminoso, vivremo.” (Romani 8:10-13)

 

    16 Per rimanere sotto la guida dello spirito è indispensabile la preghiera, cosi come lo fu per Gesù. Paolo scrive che Cristo “Nei giorni della sua vita come uomo, egli offrì preghiere e suppliche, invocando intensamente con lacrime, colui che poteva salvarlo dal potere della morte, e fu esaudito, per la sua fedeltà. Pur essendo figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì, quindi, dopo essere stato reso perfetto, divenne l’agente della salvezza eterna, per tutti coloro che gli obbediscono…”, (Ebrei 5:7-9) ed esorta i discepoli ad avvicinarsi a Dio con fiducia mediante la preghiera, mentre si mantengono occupati nell’investigare le cose che servono a comprendere sempre più a fondo il suo proposito, dicendo: “Siate sempre allegri, pregando incessantemente e rendendo grazie per ogni cosa mediante Cristo Gesù, poiché questo è ciò che Iddio vuole da tutti voi. Non perdetevi d’animo, non disprezzate le profezie, ma esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è utile. Astenetevi da ogni forma di malvagità.” (1Tessalonicesi 5:16-22)

 

    17 Gesù disse ai discepoli: Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.” (Giovanni 15:7-16)

 

    18 Per poter sviluppare e manifestare l’amore che i discepoli di Cristo si devono l’un l’altro, è necessario che si mantengano in contatto, riunendosi regolarmente per confortarsi reciprocamente per mezzo della fede, compartendo esperienze utili a rafforzarsi spiritualmente. (Romani 1:11-12) Paolo disse ai discepoli di non disertare: “…le riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma piuttosto, esortiamoci gli uni gli altri mentre vediamo avvicinarsi il Giorno.” (Ebrei 10:25) E “Dunque fratelli, come si deve procedere? Quando vi riunite, c’è chi ha da cantare un cantico, chi un ammaestramento o ha una rivelazione, chi un discorso in un’altra lingua e chi lo interpreta; tutto deve farsi con il fine di edificare.… Tuttavia, ad uno ad uno, tutti potete intervenire per parlare delle cose di Dio, di modo che tutti possano acquisire esperienza ed essere incoraggiati.” (1Corinti 14:26, 31) È quindi fondamentale che i discepoli di Cristo possano riunirsi per commemorare la morte di Cristo fino al giorno del suo ritorno, come lui stesso dispose, ed approfittando di questa occasione, si preparino individualmente sui temi che saranno considerati, per collaborare mediante i propri commenti e riflessioni, all’edificazione reciproca.

 

    19 Essere cristiano non significa dunque formare parte di una chiesa o di una confessione della cristianità, essere discepolo di Cristo significa vivere in armonia con lo spirito di Dio, mantenendosi nell’amore e nella fedeltà agli insegnamenti di Cristo. L’apostolo Giovanni scrisse: “Chi dice di essere unito a lui (Cristo), deve pure camminare come egli camminò.”, (1Giovanni 2:6) perché “Chiunque è stato generato da Dio non pratica il peccato, perché la natura divina dimora in lui, essendo stato generato da Dio, per questo non può praticare il peccato. Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del Diavolo, chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.” (1Giovanni 3:9-10) È necessario comprendere che solamente il battesimo nel nome di Gesù permette di essere generato da Dio, come dice Paolo: “Ma quando si manifestò la bontà del nostro Dio e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, riscattandoci, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia. Quindi, mediante il battesimo siamo nati di nuovo, rigenerati mediante Spirito Santo che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro salvatore, e così, giustificati mediante il suo generoso dono, siamo diventati eredi, secondo la speranza della vita eterna.” (Tito 3:4-7) Quindi, esiste un solo battesimo per i discepoli di Cristo, quello che gli apostoli amministravano nel suo nome. Luca narra che Pietro rispose a coloro che gli domandarono come potevano raggiungere la salvezza: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.” (Atti 2:38) e diede ai discepoli il comando che tutti coloro che accettavano la buona notizia, fossero“battezzati nel nome di Gesù Cristo.” (Atti 10:48) Riferendosi a questo battesimo nel nome di Gesù, Giovanni dice: “Vi scrivo Figlioli, perché nel nome di Gesù sono stati perdonati i vostri peccati.” (1Giovanni 2:12)

 

    20 In questo modo, mediante Gesù Cristo, Dio ha messo alla portata di tutta l’umanità il generoso dono della giustificazione, affinché tutti quelli che mostrano fede in Cristo e permangono nella sua parola, possano ottenere la vita eterna, dato che “… tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, tutti sono giustificati gratuitamente grazie al suo generoso dono, la redenzione mediante Gesù Cristo. La fede nel potere redentore del suo sangue è la base sulla quale Dio per la sua misericordia può attribuire la giustificazione.” (Romani 3:23-25) Teniamo sempre presente che al essere stati battezzati in Gesù Cristo “…morimmo riguardo al peccato,” perciò “come continueremo a vivere ancora in esso? O forse ignorate che tutti noi battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte? Siamo stati dunque sepolti mediante il battesimo nella sua morte, affinché come il Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo del glorioso Padre, così anche noi siamo trapiantati in una vita nuova.” (Romani 6:2-4) Grazie a lui, l’umanità può recuperare la vita senza morte che Dio aveva stabilito per l’uomo nel principio e grazie a lui “Mediante la gloriosa potenza divina, ci è stato concesso tutto il necessario per vivere alla presenza di colui che ci ha chiamati, mediante l’accurata conoscenza, per ottenere la perfezione e la gloria.”, (2Pietro 1:3) e sappiamo che “… come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta e dopo di che venga il giudizio, così il Cristo, dopo essersi offerto, una volta per sempre allo scopo di abolire i peccati di molti, si manifesterà una seconda volta, non in relazione al peccato, ma a coloro che lo aspettano per essere salvati.” (Ebrei 9:27-28) Quindi ascoltiamo l’apostolo Paolo, che ci scrive: “Quali collaboratori di Dio, vi esortiamo a non ricevere il generoso dono di Dio invano, poiché egli dice: “Nel tempo favorevole ti ho ascoltato, e nel giorno della salvezza ti ho soccorso”. Questo è il tempo favorevole! Ora è il giorno della salvezza! (2Corinti 6:1-2)