Cosa significa
essere Cristiano?
1 Oggi giorno non
si comprende bene quello che essere cristiano significa, inoltre, il termine ‘cristiano’ si utilizza
colloquialmente in contesti differenti ed espressioni che alterano il suo
significato, per esempio si dice: ‘A questa ora non si vede un cristiano per la
strada’… o ‘sono un cristiano, non sono una bestia’. Sotto il termine ‘cristiano’, leggiamo nel
dizionario Larousse: “Che é battezzato e professa la religione di
Cristo. I Cristiani si dividono in Cattolici, Protestanti e Scismatici”. Secondo questa
definizione, esisterebbero diverse maniere di professare il cristianesimo, però
essere ‘cristiano’ significa essere ‘seguaci di Cristo’, e per essere
seguaci di Cristo é imprescindibile conoscere e osservare il suo insegnamento
che dà vita a “… una sola speranza, (la vita eterna) perché c’é un solo
Signore, (Cristo) una sola fede, (gli insegnamenti che vengono dello spirito di
Dio) un
solo battesimo (quello che si riceve in nome di Cristo e che simbolicamente ci
unisce a lui nella sua morte) e un solo Dio che é il Padre di tutti, il
quale è al di sopra di tutto, opera a favore di tutti ed in tutti.” (Efesini
4:4-6)
2 Gesù aveva
detto ai suoi seguaci: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero
miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi.” (Giovanni
8:31-32) Questo significa che solamente coloro che si mantengono
fedelmente nella sua parola, ossia nel suo insegnamento, senza prestar
fede a dottrine estranee ad esso, sono i suoi veri discepoli. L’apostolo Pietro
scrisse alla congregazione del primo secolo: “Diletti, questa
è già la seconda lettera che vi scrivo, in entrambe faccio appello alla vostra
memoria per risvegliare la vostra mente, affinché ricordiate correttamente le parole dette dai santi
profeti e le istruzioni che il Signore e Salvatore vi ha trasmesso mediante gli
apostoli.” (2Pietro 3:1-2) Queste parole che solamente si
trovano nelle Scritture riconosciute come canoniche, non ammettono
interpolazioni, né aggiunte, né modifiche, perché come Paolo dichiarò: “Cristo è lo
stesso ieri, oggi e per sempre, non siate sviati da storie ed insegnamenti
diversi.” (Ebrei 13: 8-9) I suoi veri discepoli devono quindi
conoscere e ricordare le parole dei profeti e la dottrina apostolica,
perché predicono e danno a conoscere la vera buona notizia della
salvezza che Dio ha messo a disposizione dell’umanità, e costituiscono l’unico
fondamento della fede in Cristo e della sua mediazione a favore
dell’umanità.
3 La verità che
libera coloro che accettano gli insegnamenti di Cristo, non si incontra nelle
prediche preparate secondo le differenti interpretazioni di una Cristianità
soggetta ai dogmi e alle dottrine della chiamata ‘tradizione cristiana’.
Tradizione che adulterata per le correnti del platonismo, interpreta e corrompe
attraverso la astrazione filosofica, la semplice e pura dottrina apostolica.
Pietro avverte: “Considerate che la pazienza del nostro Signore è per la salvezza,
come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che
gli è stata data, trattando questi argomenti, come fa in tutte le sue lettere.
In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi che gli ignoranti e gli
immaturi ne torcono il significato, come fanno anche con il resto delle
Scritture, per la propria distruzione. Voi dunque carissimi, sapendo queste
cose in anticipo, state in guardia per non essere trascinati nell’errore degli
empi e così venire meno nella vostra fermezza…”. (2Pietro 3:15-17) e Paolo spiega: “Poiché, siccome
il mondo con la propria filosofia, non ha conosciuto Dio, egli secondo la
sua sapienza, mediante quello che viene considerato assurdo, cioè la
proclamazione, ha ritenuto bene salvare quelli che credono.” (1Corinti
1:21) d’altra parte, “Sta per giungere il tempo che non sopporteranno
più la sana dottrina, ma secondo i propri desideri si circonderanno
di maestri per udire quello che gli piace, non daranno più ascolto
alla verità e si volgeranno alle false storie.” (2Timoteo
4:3-4)
4 Avvisando del
pericolo di dare agli insegnamenti di Cristo interpretazioni estranee allo
spirito delle Scritture, Paolo indicava a Timoteo che: “Se qualcuno insegna
qualcosa di diverso e non si attiene, con rispettoso timore, alle sane parole
del nostro signore Gesù Cristo, è un arrogante e non comprende nulla, si fissa
nel discutere su questioni controverse e sull’interpretazione di parole, di qui
nascono odio, rivalità, calunnie, malvagi sospetti, violente discussioni, fra
persone di mente corrotta e prive della verità, le quali considerano la pratica
della fede come un mezzo per il loro vantaggio personale.”, (1Timoteo
6:3-5) e lo esortava a mantenersi fedele, dicendo: “Trasmettendo queste
istruzioni ai fratelli, sarai un buon servitore di Cristo Gesù, educato con le
parole della fede e del buon insegnamento che hai ricevuto. Rifiuta di dare
ascolto alle false storie che le vecchie raccontano, contrarie a ciò che è
santo. Esercitati nel mettere in pratica la fede, l'esercizio fisico è utile a
poco, mentre la pratica della fede è utile a tutto, perché permette di ottenere
vita presente e quella futura.” (1Timoteo 4:6-8) Fra l’altro, ammoniva i
discepoli di Corinto, dicendo: “se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da
quello che noi abbiamo predicato, o se si tratta di ricevere, uno spirito
diverso da quello che avete ricevuto, o una buona notizia diversa da quella che
avete accettato, voi lo ascoltate volentieri.” (2Corinti
11:4)
5 Tutto successe
come Gesù e gli apostoli avevano predetto. Gesù, dopo essere resuscitato,
trasmise all’apostolo Giovanni messaggi diretti ai suoi discepoli di tutti i
tempi, dicendo “…io sono colui che ha cominciato e colui che concluderà, il
vivente, ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli e possiedo le
chiavi della morte e dell’ades.” (Apocalisse 1:17-18) Giovanni visse per
vedere come fra i discepoli si generarono e crebbero disaccordi che dopo la sua
morte determinarono la fine della Congregazione di Dio. Congregazione che
rimane come addormentata nell’ades, (il sepolcro) aspettando che Colui che ha
le chiavi della morte e dell’ades, la risvegli al suo ritorno nel suo originale
splendore. È per questo che Giovanni scrisse: “Figlioli, questa è l'ultima
ora. E come avete udito che deve venire l'anticristo, così ora, molti
anticristi sono apparsi. (Ossia, quei discepoli che allontanandosi dagli
insegnamenti apostolici, cambiarono la buona notizia). Da questo sappiamo che è
l'ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri. Se fossero
stati dei nostri sarebbero rimasti con noi, ma doveva rendersi manifesto, che
non tutti sono dei nostri.” (1Giovanni 2:18-19) Cosicché, durante i
primi secoli, si moltiplicarono le sette e proliferarono gli scritti falsamente
attribuiti agli apostoli, scritti che narravano supposti fatti della vita di
Gesù e di sua madre Maria, propagando interpretazioni fantastiche e mistiche
delle loro vite. La diffusione di “…false storie … contrarie a ciò che è
santo”, provocò il “…discutere su questioni controverse e
sull’interpretazione di parole”, che produssero “odio, rivalità” e frammentarono
i cristiani in centinaia di sette. Da quel tempo, come ben aveva profetizzato
Gesù ai suoi apostoli, “il grano e la zizzania” sarebbero cresciute
assieme, fino a quando al suo ritorno, giungerà il tempo della mietitura. (Matteo
13:24-43)
6 Per terminare
con la confusione causata dalle divisioni, quelli che esercitavano l’autorità
nella congregazione di Roma, intrapresero il compito di riunificare e
riorganizzare la dottrina cristiana, considerando appropriato esaminare gli
insegnamenti apostolici alla luce del neo platonismo vigente. Dovuto al
carattere universale della dottrina cristiana, pensarono che doveva essere
trasmessa in termini che fossero considerati universali, ignorando cosi la cosa
più importante, e cioè, che la rivelazione biblica, base reale della fede, non
è formulata in termini filosofici universali, ma sotto forma di esortazioni
personali dirette, rivolte con semplicità alle persone che cercano
Dio mediante la fede. Tale trasformazione, sostenuta fra gli altri,
dall’imperatore Costantino, portò all’imposizione di concetti e dogmi che
alterarono e occultarono l’autentico messaggio delle Scritture, concetti e
dogmi che con il tempo hanno dato origine all’apparizione di più di mille
confessioni differenti, che ignorano e rifiutano il vero significato del
battesimo in Cristo e la genuina buona notizia della dottrina apostolica.
7 Congedandosi
dagli anziani della congregazione di Efeso, Paolo disse: “Io so che dopo la mia
partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge;
perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse
per attirare discepoli dietro di sé”. (Atti 20:29-30) E ai
Tessalonicesi scrisse: “Fratelli, riguardo alla Presenza del nostro signore Gesù e
alla nostra riunione con lui, non lasciatevi facilmente confondere o
turbare da discorsi o da presunte dichiarazioni ispirate, né da qualche
lettera fatta passare per nostra, che pretendono affermare che il giorno
del SIGNORE è imminente. Non lasciatevi ingannare da nessuno, perché esso
non può venire prima dell’apostasia, prima che sia rivelato l’uomo del
peccato, il figlio della distruzione, l’oppositore, che si innalza al
disopra di qualunque cosa considerata divina e oggetto di riverenza, che mettendosi
a sedere in un luogo divino ostenta divinità. Non ricordate che quando ero
con voi, vi dicevo queste cose? Voi ben sapete che cosa ora lo trattiene,
affinché si manifesti solo al tempo stabilito. Poiché, questo ignoto
trasgressore è già operante, ma quando sarà tolto di mezzo colui che lo
trattiene, allora si rivelerà il trasgressore che il Signore dichiarerà
spiritualmente morto e che annienterà al tempo della manifestazione della
sua Presenza”. (2Tessalonicesi 2:1-8)
8 Lo storico
cristiano Eusebio di Cesarea conferma nella sua “Storia Ecclesiastica”
queste parole di Paolo, quando parlando delle “Memorie” di Hegesipo,
il più antico degli storici cristiani, che scrisse trenta o quaranta anni dopo
la morte dell’apostolo Giovanni, dice: “…lo stesso autore (Hegesipo), aggiunge
parlando di quei tempi, che fino ad allora (mentre gli apostoli
erano in vita) la chiesa certamente permaneva vergine, pura e incorrotta, come
se fino a quel momento coloro che si proponevano corrompere la sana dottrina
della predicazione del Salvatore, si occultassero nella oscurità. Ma quando il
sacro coro degli apostoli raggiunse in distinta maniera il finale della vita
e scomparse quella generazione che fu degna di ascoltare con le sue
proprie orecchie la saggezza divina, iniziò la confabulazione del errore
empio per mezzo dell’inganno dei maestri di false dottrine, che d’allora e
per non rimanere nessuno degli apostoli, pretesero a testa scoperta, opporre
alla predicazione della verità, la predicazione della falsamente chiamata
‘gnosi’ (conoscenza; gnosi si applicava alla conoscenza della filosofia)”. (Storia
Ecclesiastica, libro terzo, capitolo 32, paragrafi 7 e
8)
9 I discepoli di
Cristo, devono sforzarsi ad identificare e rifiutare tutte le tradizioni, le
speculazioni filosofiche e le dottrine che alterano l’insegnamento apostolico.
Questo è fondamentale, dato che cose come queste furono quelle che impedirono
al popolo ebreo di riconoscere il Messia. Paolo ci esorta a rimanere fedeli al
sano insegnamento, dicendo “…per vostro beneficio, affinché impariate da noi
(gli
apostoli) il principio di non andare oltre ciò che è scritto, affinché
nessuno si senta superiore agli altri.” (1Corinti 4:6) Ritorniamo, per
tanto, alla purezza e alla semplicità delle Scritture, mentre in armonia con l’autentica
buona notizia, aspettiamo con speranza “…nuovi cieli ed una terra nuova, nei
quali dimorerà la giustizia”, (2Pietro 3:13) perché secondo le
Scritture, l’umanità ha davanti a se una vita eterna nella “…terra futura,
della quale parliamo”, (Ebrei 2:5) sotto i ‘nuovi cieli’, ossia, il
governo di Cristo. Per questo motivo, i discepoli di Cristo devono rivestire
una nuova personalità adeguata, cosicché al suo ritorno, li trovi “…senza macchia,
irreprensibili e in pace”, (2Pietro 3:14) mentre seguono il
consiglio che Paolo rivolge ai discepoli di tutti i tempi: “Conforme alla
verità che è in Gesù, siete stati ammaestrati a spogliarvi, per quanto riguarda
la vostra vita passata, della vecchia personalità che si corrompe, seguendo le
passioni ingannatrici, e ad essere rinnovati mediante lo Spirito che fa operare
la vostra mente, e così rivestire la nuova personalità, che è stata creata ad
immagine di Dio, in vera giustizia e santità.” (Efesini
4:21-24)
10 Il fatto di
rivestire una nuova personalità è di vitale importanza. Gesù disse: “Non chiunque mi
dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 7:21)
Per questo Paolo scrive: “Se dunque siete stati destati con Cristo,
cercate le cose di sopra, dove Cristo si trova seduto alla destra di Dio. Pensate alle cose
di sopra e non a quelle terrene, poiché voi siete morti e Iddio ha sepolto la
vostra vita con Cristo.” (Colossesi 3:1-3) In verità, tutti coloro
che sono battezzati nel nome di Cristo, unendosi a lui nella sua morte,
rinunciano volontariamente alla vita che hanno ricevuto da Adamo, e pur
continuando a vivere in un corpo mortale fino al ritorno del loro Signore, Dio
gli proporziona già una nuova vita, di modo che sotto la guida dello spirito
santo, possono sviluppare e rivestire una nuova personalità che rifletta la
gloria di Dio e che corrisponda a quella che Dio aveva destinato all’uomo
quando disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza …” (Genesi 1:26)
In armonia con queste cose, Paolo dice: “Tutto mi è permesso, ma non tutto è
utile. Tutto mi è lecito, ma non lascerò che nessuna cosa abbia potere su di
me.”, (1Corinti
6:12) quindi coloro che condotti per lo spirito, rivestono una
personalità nuova, devono “Considerate … come morti i desideri dei sensi,
cioè: fornicazione, impurità, passione, desideri perversi e l’avarizia che è
idolatria.”, allontanandosi per sempre “…dall’ira, la collera e la malizia, la
maldicenza ed il parlare osceno. Fuori dalla vostra bocca!”; e Paolo continua, “Non mentite gli
uni agli gli altri, perché, vi siete spogliati della vecchia personalità con le
sue pratiche, e avete rivestito la nuova, che mediante l’accurata conoscenza,
si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò,”. (Colossesi 3:5-10)
11 Coloro che sono
stati chiamati a formare parte del corpo di Cristo, devono ricordare che nulla
può essere maggiore di questo incarico, per questo devono esaminare il loro
modo di pensare, assoggettando i loro sentimenti ed emozioni alla guida che
proviene dallo spirito di Dio, e così favorire lo sviluppo della nuova
personalità nella vita che hanno ricevuto da Dio. Pietro scrive: “… siate tutti
concordi, compassionevoli, pieni di amore fraterno, misericordiosi e umili. Non
rendete male per male, né insulto per insulto, ma al contrario benedite, poiché
a questo siete stati chiamati, affinché riceviate quello che generosamente vi è
stato promesso.” (1Pietro 3:8-9) Con rispetto a queste cose, Paolo ci
ricorda che per Dio “…non esiste più Giudeo o Greco, circonciso o incirconciso,
barbaro o sciita, schiavo o libero, ma esiste l’unità in Cristo. Rivestitevi
dunque, quali eletti di Dio santi e diletti, con sentimenti di compassione, di
gentilezza e di umiltà, di dolcezza e di pazienza. Se qualcuno ha qualcosa di
cui lamentarsi nei confronti di un altro, sopportatevi e perdonatevi
generosamente, come anche il SIGNORE vi ha generosamente perdonati. Soprattutto,
rivestitevi d’amore che è un perfetto vincolo d’unione. La pace di Cristo
domini sulle vostre emozioni, perché alla pace siete stati chiamati, per
formare un solo corpo. Siatene riconoscenti!” (Colossesi 3:11-15)
12 Continua
dicendo, “La parola di Cristo dimori pienamente in voi. Istruitevi ed
esortatevi a vicenda con sapienza, cantando a Dio di tutto cuore, con salmi,
inni e cantici spirituali e qualunque cosa facciate o diciate, sia nel nome
del Signore Gesù, mentre ringraziate per mezzo di lui Dio il Padre.” (Colossesi
3:16-17) E mostra il miglior cammino per ottenere la pace, dicendo: “Le mogli, siano
sottoposte ai loro mariti come al Signore. Mariti, amate le vostre mogli e non
irritatevi con loro. Figli, siate ubbidienti in tutte le cose ai vostri
genitori, perché questo è gradito al Signore. Padri, non esasperate i vostri
figli affinché non si scoraggino. Dipendenti, siate soggetti in ogni cosa a
coloro che sono i vostri signori, non solo quando siete visti, come si fa per
avere l’approvazione degli uomini, ma con sincerità e nel rispettoso timore del
SIGNORE. Qualunque cosa facciate, fatela con tutto il cuore, come se fosse per
il SIGNORE e non per gli uomini, sapendo che da Lui riceverete in ricompensa
l’eredità come servitori di Cristo il Signore. Chiunque invece, commette
ingiustizia, subirà le conseguenze secondo il torto commesso e non ci sarà
parzialità per nessuno. Voi signori, date ai vostri dipendenti ciò che è giusto
ed equo, sapendo che anche voi avete un Signore nel cielo.” (Colossesi
3:18 -25)
13 Scrivendo agli
Efesini, aggiunge: “Divenite imitatori di Dio come figli diletti, mostrate lo
stesso amore che Cristo vi ha mostrato, il quale ha offerto se stesso, come
sacrificio gradito a Dio a nostro favore. La fornicazione e l’immoralità di
ogni sorta o la lussuria, non siano neppure menzionate fra di voi, come si
conviene fra persone sante, come pure l’indecenza, i discorsi stolti ed
immorali e le cose sconvenienti, piuttosto, considerate ciò che è decoroso.
Siate pur certi che nessun fornicatore, né immorale o lussurioso, che è come
dire nessun idolatra, può avere alcuna parte nel regno del Cristo e di Dio.
Nessuno vi seduca con ragionamenti privi di fondamento, ricordate che l’ira di
Dio si manifesta contro i figli ribelli. Quindi, non abbiate nessun rapporto
con persone di questo genere, e anche se una volta, eravate come loro nelle
tenebre, ora siete nella luce del Signore, e come generati nella luce,
camminate in essa, perché il prodotto della luce, consiste in ogni cosa
buona, giusta e vera. Accertatevi di ciò che è gradito al Signore e non
partecipate alle sconvenienti opere delle tenebre, ma anzi, condannatele
apertamente. È indecente anche il solo parlare di ciò che essi fanno nel
segreto, mentre non è così per le cose che esposte alla luce si manifestano
pure, perché sono azioni di cui si può parlare.” (Efesini 5:1-13)
14 Poiché tutte
queste cose non procedono dallo spirito del mondo, ma dallo spirito di Dio,
questo comportamento, riflesso della nuova personalità, può in qualche
occasione provocare il ripudio di familiari ed amici, l’apostolo Pietro scrive:
“Per
questo, avete posto fine al tempo nel quale soddisfacevate i desideri propri
del modo di vivere delle nazioni, lasciandovi andare all’immoralità, alla
concupiscenza, alle ubriachezze, alle orge, alle gozzoviglie e all’illecito
culto degli idoli. Poiché non correte più con loro, allo stesso basso
livello di corruzione, sono perplessi e parlano ingiuriosamente di voi. Di
questo, ne renderanno conto a colui che è stato costituito per giudicare i vivi
e i morti.”, ed avverte: “Per questo infatti, coloro ai quali è stata
predicata la buona notizia, come persone umane devono considerarsi come morti e
condurre un’esistenza in armonia allo Spirito di Dio.” (1Pietro 4:3-6)
15 In realtà, tutti
coloro che hanno ricevuto il battesimo in nome di Gesù, non appartengono più
alla umanità discendente di Adamo, poiché al unirsi simbolicamente a Cristo
nella sua morte, Dio li ha destati a una vita nuova, vita che vivono per lo
spirito e sotto la guida del suo spirito. Per questa ragione Paolo dice: “Vi dico dunque,
scongiurandovi in armonia con il Signore, di non imitare le persone delle
nazioni che camminano nella futilità dei loro pensieri e in un deplorevole
stato mentale. Queste, per l’ignoranza dovuta all’insensibilità del loro cuore,
sono lontane dalla vita che appartiene a Dio…”. (Efesini 4:17-18)
Perché “…se è vero che Cristo è unito a voi, è anche vero che siete morti
riguardo al peccato, e a causa della giustificazione vivete per lo spirito. Se
ora lo spirito di colui che destò Gesù dai morti risiede in voi, colui che lo
destò, renderà viventi anche i vostri corpi mortali mediante il suo spirito.
Così dunque fratelli, non dobbiamo vivere per soddisfare i desideri sensuali
del corpo, poiché se viviamo per soddisfare tali desideri siamo sicuri di
morire, ma se viviamo in armonia con lo spirito, facendo morire le pratiche del
corpo peccaminoso, vivremo.” (Romani 8:10-13)
16 Per rimanere
sotto la guida dello spirito è indispensabile la preghiera, cosi come lo fu per
Gesù. Paolo scrive che Cristo “Nei giorni della sua vita come uomo, egli offrì
preghiere e suppliche, invocando intensamente con lacrime, colui che poteva
salvarlo dal potere della morte, e fu esaudito, per la sua fedeltà. Pur essendo
figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che soffrì, quindi, dopo essere stato
reso perfetto, divenne l’agente della salvezza eterna, per tutti coloro che gli
obbediscono…”, (Ebrei 5:7-9) ed esorta i discepoli ad avvicinarsi a Dio
con fiducia mediante la preghiera, mentre si mantengono occupati
nell’investigare le cose che servono a comprendere sempre più a fondo il suo
proposito, dicendo: “Siate sempre allegri, pregando incessantemente e rendendo
grazie per ogni cosa mediante Cristo Gesù, poiché questo è ciò che Iddio
vuole da tutti voi. Non perdetevi d’animo, non disprezzate le profezie, ma
esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è utile. Astenetevi da ogni forma di
malvagità.” (1Tessalonicesi 5:16-22)
17 Gesù disse ai
discepoli: “Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete
quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che
portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me,
così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei
comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del
Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia
in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate
gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò
che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che
fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal
Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi
e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga;
perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.” (Giovanni
15:7-16)
18 Per poter
sviluppare e manifestare l’amore che i discepoli di Cristo si devono l’un
l’altro, è necessario che si mantengano in contatto, riunendosi regolarmente
per confortarsi reciprocamente per mezzo della fede, compartendo esperienze
utili a rafforzarsi spiritualmente. (Romani 1:11-12) Paolo disse ai
discepoli di non disertare: “…le riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di
fare, ma piuttosto, esortiamoci gli uni gli altri mentre vediamo avvicinarsi il
Giorno.” (Ebrei 10:25) E “Dunque fratelli, come si deve procedere?
Quando vi riunite, c’è chi ha da cantare un cantico, chi un ammaestramento o ha
una rivelazione, chi un discorso in un’altra lingua e chi lo interpreta; tutto
deve farsi con il fine di edificare.… Tuttavia, ad uno ad uno, tutti potete
intervenire per parlare delle cose di Dio, di modo che tutti possano acquisire
esperienza ed essere incoraggiati.” (1Corinti 14:26, 31) È quindi
fondamentale che i discepoli di Cristo possano riunirsi per commemorare la
morte di Cristo fino al giorno del suo ritorno, come lui stesso dispose, ed
approfittando di questa occasione, si preparino individualmente sui temi che
saranno considerati, per collaborare mediante i propri commenti e riflessioni,
all’edificazione reciproca.
19 Essere
cristiano non significa dunque formare parte di una chiesa o di una confessione
della cristianità, essere discepolo di Cristo significa vivere in armonia con
lo spirito di Dio, mantenendosi nell’amore e nella fedeltà agli insegnamenti di
Cristo. L’apostolo Giovanni scrisse: “Chi dice di essere unito a lui (Cristo), deve pure camminare
come egli camminò.”, (1Giovanni 2:6) perché “Chiunque è stato
generato da Dio non pratica il peccato, perché la natura divina dimora in lui,
essendo stato generato da Dio, per questo non può praticare il peccato. Da
questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del Diavolo, chi non pratica la
giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello.” (1Giovanni
3:9-10) È necessario comprendere che solamente il battesimo nel nome di
Gesù permette di essere generato da Dio, come dice Paolo: “Ma quando si manifestò
la bontà del nostro Dio e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati,
riscattandoci, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua
misericordia. Quindi, mediante il battesimo siamo nati di nuovo,
rigenerati mediante Spirito Santo che egli ha sparso abbondantemente su di noi
per mezzo di Cristo Gesù, nostro salvatore, e così, giustificati mediante il
suo generoso dono, siamo diventati eredi, secondo la speranza della vita
eterna.” (Tito 3:4-7) Quindi, esiste un solo battesimo per i
discepoli di Cristo, quello che gli apostoli amministravano nel suo nome. Luca
narra che Pietro rispose a coloro che gli domandarono come potevano raggiungere
la salvezza: “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di
Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono
dello Spirito Santo.” (Atti 2:38) e diede ai discepoli il comando che
tutti coloro che accettavano la buona notizia, fossero“battezzati nel nome di
Gesù Cristo.” (Atti 10:48) Riferendosi a questo battesimo nel nome di
Gesù, Giovanni dice: “Vi scrivo Figlioli, perché nel nome di Gesù sono stati
perdonati i vostri peccati.” (1Giovanni 2:12)
20 In questo modo,
mediante Gesù Cristo, Dio ha messo alla portata di tutta l’umanità il generoso
dono della giustificazione, affinché tutti quelli che mostrano fede in Cristo e
permangono nella sua parola, possano ottenere la vita eterna, dato che “… tutti hanno
peccato e sono privi della gloria di Dio, tutti sono giustificati gratuitamente
grazie al suo generoso dono, la redenzione mediante Gesù Cristo. La fede nel
potere redentore del suo sangue è la base sulla quale Dio per la sua
misericordia può attribuire la giustificazione.” (Romani 3:23-25)
Teniamo sempre presente che al essere stati battezzati in Gesù Cristo “…morimmo
riguardo al peccato,” perciò “come continueremo a vivere ancora in esso? O
forse ignorate che tutti noi battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella
sua morte? Siamo stati dunque sepolti mediante il battesimo nella sua morte,
affinché come il Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo del glorioso Padre,
così anche noi siamo trapiantati in una vita nuova.” (Romani 6:2-4) Grazie a lui,
l’umanità può recuperare la vita senza morte che Dio aveva stabilito per l’uomo
nel principio e grazie a lui “Mediante la gloriosa potenza divina, ci è
stato concesso tutto il necessario per vivere alla presenza di colui che ci
ha chiamati, mediante l’accurata conoscenza, per ottenere la perfezione e la
gloria.”, (2Pietro 1:3) e sappiamo che “… come è stabilito che
gli uomini muoiano una sola volta e dopo di che venga il giudizio, così il Cristo,
dopo essersi offerto, una volta per sempre allo scopo di abolire i peccati di
molti, si manifesterà una seconda volta, non in relazione al peccato, ma
a coloro che lo aspettano per essere salvati.” (Ebrei 9:27-28)
Quindi ascoltiamo l’apostolo Paolo, che ci scrive: “Quali collaboratori di
Dio, vi esortiamo a non ricevere il generoso dono di Dio invano, poiché egli
dice: “Nel tempo favorevole ti ho ascoltato, e nel giorno della salvezza ti ho
soccorso”. Questo è il tempo favorevole! Ora è il giorno della salvezza!” (2Corinti
6:1-2)