Nel Principio
1 In una certa
occasione, Gesù conversava con i farisei e rispondendo ad una delle loro
domande disse: “Non avete letto che dal principio il Creatore li fece maschio e
femmina……?” (Matteo 19:4) Queste parole facevano riferimento
all’origine della prima coppia umana, avvenimento registrato nei primi capitoli
del primo libro delle Scritture, Genesi. Genesi è il libro delle origini;
l’origine dell’universo, l’origine della vita, l’origine e sviluppo della
società umana… per questo motivo, riscontriamo nei vangeli che Gesù lo citava
frequentemente. È quindi importante comprendere il valore del suo contenuto che
espone l’esigenza di una redenzione per l’umanità, e pone il fondamento del
messaggio profetico delle Scritture, al annunciare per la prima volta la
mediazione di un redentore, e il trionfo del proposito iniziale di Dio per
l’uomo.
2 I libri
canonici delle sacre scritture, sia ebrei che cristiani; in contrasto con le
correnti sorte dal platonismo, che attribuiscono l’origine della vita ad un
creatore impersonale; parlano di una creazione intenzionata e modellata
d’accordo al disegno e proposito di un Dio Creatore che prova amore per i suoi
figli e per la sua opera. Tuttavia in vista della traiettoria seguita
dall’umanità dalle sue origini, possiamo con ragione chiederci: Qual è il reale
proposito della creazione di questo Iddio? Ciò nonostante le sacre Scritture a
partire dal libro di Genesi, indicano quale sia il proposito del Creatore
rispetto alla sua creazione, dando una risposta coerente all’impotenza
dell’uomo di fronte all’imperfezione e la morte, svelando il proposito di Dio
per l’umanità; proposito che culmina con l’opportunità offerta all’uomo di
ricuperare la vita imperitura mediante la fede nel sacrificio del Cristo.
Questo proposito di riconciliazione con l’uomo, fu registrato per i profeti di
Israele e per i discepoli di Gesù, sotto forma di testi poetici, episodi
storici e allegorie profetiche, integrate attraverso dei secoli in un unico
testo scritto che in modo graduale ne rivela il progresso.
3 Ne primo libro
della Bibbia semplicemente si afferma che tutta la creazione di Dio era
buona, e che l’uomo e la donna furono creati fisicamente sani, moralmente
buoni, e capaci di esercitare autorità e libero arbitrio, visto che: “ Dio disse:
«Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci
del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche
e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua
immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li
benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni
essere vivente, che striscia sulla terra».” (Genesi 1:26-28) In seguito: “Il Signore Dio
prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo
custodisse”. (Genesi 2:15) Così il giardino divenne la sua dimora,
anche se non la sua proprietà, poiché il giardino era di Dio, e in armonia con questo
gli venne detto: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma
dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché,
quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.” (Genesi 2:16-17)
4 Non sembra che
questo comando fosse difficile da rispettare, visto che tutti i frutti degli
alberi del giardino meno uno erano a sua disposizione; e senza dubbio questa
disposizione creava dal principio un archetipo riguardo al rispetto della
proprietà, destinato a facilitare la convivenza fra gli uomini che si sarebbero
moltiplicati sulla terra. Accettando e riconoscendo volontariamente l’autorità
del Creatore per stabilire delle norme per il beneficio dei suoi figli, l’uomo
aveva l’opportunità di sviluppare tutte le sue capacità e il suo intelletto
durante una vita senza fine, e nello stesso tempo mostrargli la sua fiducia ed
il suo amore, per questo risulta evidente che la conoscenza del bene e del
male che sarebbe derivata dalla disobbedienza, non poteva rappresentare
l’acquisizione di una gran sapienza o di un profondo discernimento morale, o
qualsiasi altra cosa. La disobbedienza avrebbe significato semplicemente
richiedere, esercitando il libero arbitrio, la facoltà di decidere con
indipendenza dalle norme stabilite dal Creatore, quello che è bene e quello
che è male, rivendicando un’autonomia morale che rifiutava la sua condizione
di anima o essere creato e pertanto dipendente dal Creatore. Senza dubbio
questo rifiuto implicava una rottura con Dio, che è la fonte della vita, per
questa ragione l’uomo ricevette l’avviso che se questo fosse accaduto, avrebbe
perso la possibilità di vivere una vita perpetua.
5 Nel vangelo di
Giovanni troviamo che, in un’occasione, Gesù disse ai farisei che cercavano
una ragione per arrestarlo ed ucciderlo: “Perché non comprendete il mio linguaggio?
Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il
diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida
fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità
in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre
della menzogna.” ( Giovanni 8:43-44) Con questa citazione, Gesù
ritorna ancora al racconto di Genesi, facendo riferimento ad un essere che le
Scritture chiamano ‘satan’, parola che in lingua ebraica significa ‘avversario, oppositore’. Nel libro del
profeta Ezechiele incontriamo un testo, rivolto simbolicamente al re di Tiro,
che ci permette riconoscere quello che nel principio fece di se stesso un
avversario di Dio, dando inizio ad una ribellione contro suo proposito; dice
così: “… …Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in
bellezza; in Eden, giardino di Dio, tu eri coperto d'ogni pietra
preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisòliti, ònici e diaspri, zaffìri,
carbonchi e smeraldi; e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue
legature, preparato nel giorno in cui fosti creato. Eri un cherubino ad
ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a
pietre di fuoco. Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato
creato, finché fu trovata in te l'iniquità … …” E come all’uomo, anche
a lui viene detto: “e perciò non vivrai per sempre”. “ (Ezechiele
28:12-19)
6 In armonia con
questo, Matteo riporta nel suo vangelo che quando Satana offrì a Gesù il potere
e la gloria di tutti i regni della terra, cosa che rappresentava il governo
sopra l’umanità intera, si riferì all’incarico che ricevette nel principio,
dicendo: “Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti
i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di
questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio.” (Luca 4:5-6)
Questo ci fa comprendere che uno dei poderosi angeli di Dio cominciò a bramare
la sovranità sulla terra e sull’uomo, così cominciò a fare sorgere dubbi nella
mente di Eva riguardo alla veracità della parola del Creatore, riuscendo a che
i primi umani si unissero a lui, suscitando una contesa morale riguardo
all’esercizio del libero arbitrio. La Scrittura riporta che per conseguirlo, si rivolse alla donna e disse: “… Ha Dio veramente detto: ‘Non mangiate di tutti
gli alberi del giardino?’. E la donna rispose al serpente: ‘Del frutto degli
alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in
mezzo al giardino, Dio ha detto: ‘Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti
morirete’. Allora il serpente disse alla donna: ‘voi non morrete affatto; ma
Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete
come Dio, conoscendo il bene e il male’. E la donna vide che l'albero era buono
da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per
ottenere la conoscenza; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche
a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.” (Genesi 3:1-6)
7 L parola ebraica
che in questo passo viene tradotta conoscerete e conoscenza,
denota una compenetrazione o comprensione profonda, una relazione personale o
sostanziale con qualcuno o qualcosa, e in questo passo viene impiegata per
rappresentare il legame del criterio umano con il concetto del bene e del male;
una unione che da origine ad un’etica a misura e stabilisce l’uomo come unico
giudice delle sue azioni. Per tanto, dopo la presa di posizione dell’uomo, la
rottura dei rapporti con il Creatore fu immediata; dice la Scrittura: “Allora
si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi ... ... e
l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.” (Genesi 3:7-8)
Per la prima volta si sentirono estranei in quel giardino che fu la loro dimora
e quindi furono allontanati da esso affinché vivessero, secondo la loro scelta,
una vita indipendente e autonoma. Le conseguenze di tutto questo si possono
riassumere con queste parole di Dio ad Adamo: “Con il sudore del tuo
volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato
tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!” (Genesi 3:19) e si possono
completare con le parole dell’apostolo Paolo: “Come per causa del
primo uomo, il peccato entrò nel mondo, così attraverso il
peccato la morte, che si estese a tutti gli uomini, poiché tutti
ereditarono il peccato.” (Romani 5:12)
8 Da allora in
poi, quell’essere angelico che Giovanni chiama come: “Il gran Dragone,
l’antico serpente, che è chiamato Diavolo e Satana, colui che inganna l’intera
umanità…..” (Apocalisse 12:9) ha esercitato insieme all’uomo il
controllo della società umana, nel tentativo di dimostrare la viabilità di un
governo soddisfacente, come risultato della giustizia stabilita da loro stessi.
In risposta alla loro presunzione, l’Eterno Iddio gli ha concesso un ampio
periodo di tempo affinché la loro gestione produca frutto ed il risultato
ottenuto sia esposto pubblicamente una volta per sempre. Però, secondo quello
che dice la Scrittura, trascorso il tempo stabilito per Iddio, egli stabilirà
secondo il suo proposito, il governo o amministrazione del Cristo, un governo
che benedirà una umanità che “….fu sottoposta alla futilità, non di propria
volontà, ma per colpa di colui che trasgredì. Mentre continua pure a mantenere
la speranza di essere emancipata dalla schiavitù alla corruzione, per
partecipare alla gloriosa libertà dei figli di Dio.” (Romani 8:20-21)
L’apostolo Giovanni scrisse che durante questo governo, “ ... ... essi saranno il
suo popolo e Iddio agirà a loro favore, asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e la morte non sarà più, non ci sarà più né cordoglio, né pianto, né dolore,
perché le cose di prima sono passate. Colui che siede sul trono mi disse:
‘Ecco, faccio ogni cosa nuova ’. E continuò dicendo: ‘Scrivi perché queste
parole sono fedeli e veraci ’.” (Apocalisse 21:3-5)
9 Ciò nonostante,
perché l’umanità potesse ottenere i benefici di questo regno di Dio sulla
terra, era necessario che fosse redenta dal peccato e riconciliata di nuovo con
il Creatore. Comunque, era un fatto che questa redenzione non poteva dipendere
da un discendente di Adamo, poiché tutti erano soggetti al peccato e alla
morte. Nel libro dei Salmi si legge: “Nessuno può in alcun modo riscattare il
proprio fratello, né dare a Dio il prezzo del suo riscattò, perché il riscatto
della sua anima è troppo caro, e il suo costo non basterebbe mai, per far
sì che egli viva per sempre e non veda la fossa.” (Salmo 49:7-8) E
nel libro di Giobbe è detto: “L'uomo nato da donna vive pochi giorni ed è
pieno di inquietudini. Spunta come un fiore poi è reciso; fugge come un'ombra e
non dura … … Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno.” (Giobbe 14:1-4)
Comunque: “….la sua anima si avvicina alla fossa e la sua vita a quelli che
danno la morte. Ma se presso a lui vi è un angelo, un mediatore,
uno solo fra mille, che mostri all'uomo il suo dovere. Dio ha pietà di lui e
dice: "risparmialo dallo scendere nella fossa; ho trovato il
riscatto per lui" Allora la sua carne diventerà più fresca che
nella sua fanciullezza ed egli tornerà ai giorni della sua giovinezza.
Supplicherà Dio, troverà grazia presso di lui e potrà contemplare il suo volto
con giubilo, perché Dio avrà ristabilito l'uomo nella sua giustizia.” (Giobbe
33:22-26) Quindi, solamente Iddio nella sua misericordia, poteva provvedere
all’uomo una redenzione adeguata secondo le norme del diritto universale
stabilite dall’origine.
10 E il Signore
Iddio, che sempre ha amato l’umanità, “…L'amore di Dio per noi si è manifestato
quando ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo affinché noi
avessimo la vita per mezzo di lui. E non siamo stati noi ad amare Dio,
ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come sacrificio
espiatorio per i nostri peccati, questo ha dimostrato il suo amore.” (Giovanni
4:9-10) In una delle sue epistole l’apostolo Paolo descrive l’attitudine di
questo Figlio dicendo: “Cristo entrando nel mondo dice: “Tu non hai gradito né
sacrificio né offerta, ma mi hai formato un corpo, non hai approvato né
olocausti, né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: ‘Ecco, io vado,
nel rotolo del libro è scritto di me, ‘per fare o mio Dio, la tua volontà ’. (Ebrei
10:5-7) Allora L’Eterno Iddio trasferì la vita di suo figlio primogenito,
al seno di Maria, una vergine giudea discendente del re Davide di Gerusalemme,
in adempimento delle dichiarazioni profetiche. Quando l’angelo le annunciò la
disposizione di Dio, Maria accettò dicendo: “Ecco la serva
del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola.” (Luca 1:38)
Quindi concepì e dette alla luce un figlio, quale figlio di Dio, libero
dell’eredità di Adamo, e per indicazione dell’angelo, fu chiamato Yahúshua, che
significa l’Eterno salva. (Luca 1:31-35) Per questa ragione
Gesù poteva affermare: “Prima che Abramo fosse nato, io ero.” (Giovanni 8:58)
11 Avendo
rinunciato alla sua vita nel cielo e a “ ... quella gloria che avevo presso di te
prima che il mondo fosse.” (Giovanni 17:5) il Figlio primogenito di
Dio
“…
venne quale sommo sacerdote dei beni futuri, è entrato una volta per
sempre nel Santo del tabernacolo più grande e più perfetto, non costruito
per mano d’uomo, cioè non di questa creazione, (nel cielo) e non con sangue
di capri e di giovani tori, (come si faceva nel tempio) ma con il
proprio sangue, procurandoci così una redenzione eterna.” (Ebrei
9:11-12) Egli, che era nato da Dio e che non conobbe peccato, offrì
volontariamente la sua vita perpetua, per pagare con essa il prezzo della redenzione
per la vita che l’umanità aveva perso a causa della trasgressione di Adamo, e
da allora in poi “… la fede nel potere redentore del suo sangue è la base
sulla quale Dio per la sua misericordia può attribuire la giustificazione”, o la
redenzione. (Romani 3:5) Cosicché, “Se per la trasgressione
di un solo uomo, la morte regnò; su quelli che ricevono il generoso dono della
giustificazione, regnerà la vita per mezzo di un solo uomo, Gesù Cristo.
Dunque, come per una sola trasgressione, la condanna si estese a tutti
gli uomini, per mezzo di un solo atto di giustizia, la giustificazione,
che da vita, si è estesa a tutti gli uomini. Come per la trasgressione di un
solo uomo, molti furono costituiti peccatori, similmente per mezzo
dell’obbedienza di un solo uomo, molti sono costituiti giusti.” (Romani
5:17-19) Perché “... è scritto: ‘Il primo Adamo fu fatto anima
vivente,’ mentre l’ultimo Adamo spirito datore di vita.” (1Corinti
15:45) e “Poiché, se la morte venne a causa di un uomo, anche la
risurrezione dei morti viene per mezzo di un uomo, e come tutti muoiono a
causa di Adamo, tutti torneranno a rivivere mediante Cristo.” (1Corinti
15:21-22)
12 Fin dal
principio Iddio manifestò la sua volontà di redimere i discendenti di Adamo, e
lo espresse con queste parole, allora misteriose, che rivolse a Satana in Eden: “... porrò
inimicizia tra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza: questa
ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno.” (Genesi 3:15)
Questo suo proposito, che trionfò mediante la redenzione del diritto alla vita,
che l’umanità poteva ottenere da quel momento in poi mediante la fede nel
sacrificio del Cristo, troverà la sua conclusione con l’istituzione del regno
dei Cieli sulla terra. Tutto questo processo definisce quello che nelle
Scritture viene chiamato il sacro segreto di Dio, un segreto che, come
Paolo dice, viene fatto conoscere mediante la: “… buona notizia
di Gesù Cristo che io dichiaro, la quale è conforme alla rivelazione del sacro
segreto, tenuto nascosto da tempi remoti, ed ora rivelato per mezzo delle
scritture profetiche e per disposizione dell’eterno Iddio portato a conoscenza
di tutte le nazioni, affinché siano obbedienti mediante la fede.” (Romani
16:25-26)