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Il promesso Paradiso

 

    1 La parola persiana pairidaëza che significa giardino o parco, diede  origine alla greca paradeisô, traslitterata nella nostra lingua come paradiso. Questa parola indica un luogo delimitato e protetto o una zona riservata e privilegiata, potendosi applicare indistintamente a un luogo terrestre che a uno celeste. L’antica versione dei Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebree usata al tempo di Gesù, traduce con paradeisô, la parola ebrea gan in Genesi 2:8 dove leggiamo gan be Eden, vale a dire, paradiso in Eden, riferendosi alla prima dimora dell’uomo.

 

    2 Con questo in mente, andiamo ad analizzare come molte versioni del Nuovo Testamento traducono le parole che Gesù disse a uno dei due ladroni che furono giustiziati con lui, leggiamo: “…in verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Questa traduzione non è corretta. Nel testo greco leggiamo: “…kai elege tô Iêsou mnêsthêti mou otan elthês en tê basileia sou kai eipen autô o Iêsou amên legô sêmeron met emou esê en tô paradeisô”, (Luca 23:42-43) e deve tradursi così: “… e disse a Gesù: ‘ Ricordati di me quando verrai nel tuo regno ’ e gli rispose Gesù: ‘Io ti dico oggi, così sarà 1, tu sarai con me nel paradiso”. (Luca 23:42-43)

 

1 amên = così sarà

 

    3 Quando un testo si traduce da un idioma ad un altro, la costruzione delle frasi deve adeguarsi alla sintassi della lingua. Inoltre, la parola amén non significa in verità, come è stata tradotta, ma così sia, ed in questo caso viene utilizzata come presente storico perciò rispettando il tempo verbale, deve essere tradotta così sarà, poiché si riferisce a un avvenimento futuro. D’altra parte, era assolutamente impossibile che Gesù ed il ladrone fossero in paradiso quello stesso giorno, Gesù rimase nell’ades o sepolcro durante parte di tre giorni, prima di essere resuscitato; questo fatto esclude a priori che la promessa di Gesù al ladrone si potesse applicare nell’immediato.

 

Quindi qual è secondo le Scritture, il paradiso promesso?

 

    4 Adamo e i suoi discendenti erano destinati a vivere in un paradiso terrestre che a partire dall’Eden, avrebbero esteso a tutta la terra. Però il primo uomo creato da Dio e destinato ad essere padre dell’umanità si lasciò attrarre per una promessa d’indipendenza morale e ruppe la sua relazione con il suo Creatore e Fonte della vita. Giovanni identifica come: “Il grande dragone, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra…” (Apocalisse 12:9) colui che ingannò l’uomo con queste parole: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangerete, si apriranno i vostri occhi e diventerete come Dio, conoscendo il bene e il male.”(Genesi 3:5) Per questo Gesù dice di lui: Egli è stato omicida fin dal principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna”. (Giovanni 8:44) Quindi inducendo l’uomo alla disobbedienza mediante la menzogna: “il peccato entrò nel mondo, così attraverso il peccato la morte che si estese a tutti gli uomini, poiché tutti ereditarono il peccato”. (Romani 5:12)

 

    5 La disobbedienza a Dio da parte dei suoi figli umani e di alcuni dei suoi figli angelici, non solo introdusse nel mondo la morte, ma mise in dubbio l’autorità di Dio a stabilire leggi per tutta la sua creazione, originando in questo modo una controversia universale. Quindi Dio rinviò il suo proposito fino a che il tempo concesso al governo di coloro che misero in dubbio il suo diritto quale legislatore, sia concluso, potendo con i risultati ottenuti, dimostrare pubblicamente il fracasso che la impugnazione della sua autorità implica. Avvertendo del suo destino a colui che aveva dato origine a questa ribellione, dichiarò: “…sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. (Genesi 3:14-15) A causa di ciò, l’apostolo Paolo scrisse ai discepoli: “…noi non abbiamo un combattimento contro sangue e carne, ma contro i governi, contro le autorità, contro i governanti cosmici di queste tenebre, contro le malvagie forze spirituali che abitano le regioni celesti. (Efesini 6:12)

 

    6 Dio non ha cambiato il suo proposito, la sua parola è immutabile ed il suo proposito prevale sempre. Egli desidera che le persone popolino la terra trasformandola in un paradiso e che vivano in essa eternamente, per questo Pietro dice che “…noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia”. (2Pietro 3:13) L’adempimento di questa promessa, implica che un nuovo cielo, o governo, sostituisca il governo formato da coloro che ribellandosi alla disposizione di Dio hanno condotto attraverso i secoli, la terra e la società umana, verso la miseria e la distruzione. Per questo motivo, Dio ha preparato un governo che sotto l’autorità del suo Messia o Cristo, diriga la restaurazione della terra trasformandola nel paradiso che doveva essere nel principio. Paolo, riferendosi a colui che Dio ha designato per governare e dirigere questa restaurazione, cita il profeta Isaia e scrive: “E a sua volta Isaia dice: “Spunterà dalla radice di Iesse colui che sarà innalzato per governare le nazioni, in lui le nazioni riporranno la loro speranza”. (Romani 15:12)

 

    7 Molti anni prima, Isaia aveva profetizzato: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, (Padre di Davide) un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore … … Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà … … Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa”. (Isaia 11:1-5, 9-10) Michea predisse riguardo alla pace che avrebbe portato il suo governo: “Egli sarà arbitro tra molti popoli e pronunzierà sentenza fra numerose nazioni; dalle loro spade forgeranno vomeri, dalle loro lame, falci. Nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazione e non impareranno più l'arte della guerra. Siederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e più nessuno li spaventerà, poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato!”. (Michea 4:3-4)

 

    8 D’accordo con il proposito di Dio, suo figlio primogenito nacque come uomo al tempo stabilito e durante il suo ministero insegnò ai suoi seguaci a chiedere al Padre: “… venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra …” (Matteo 6:10) E dopo l’offerta della sua vita per redimere l’umanità, Dio lo resuscitò “… dai morti per farlo sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al di sopra di ogni governo, autorità, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina, non solo in questo mondo, ma anche in quello avvenire. Sottopose tutte le cose sotto i suoi piedi e lo costituì come capo della congregazione che è il suo corpo, affinché mediante lui tutte le cose siano portate a compimento.”. (Efesini 1:20-23) Questo suo corpo è costituito da coloro che l’angelo definisce come coloro che sono stati comprati, o riscattati, dalla terra mediante Cristo“…persone di ogni tribù, lingua, popolo e nazione per formare assieme a lui “un regno di sacerdoti del nostro Dio, affinché regnino sulla terra”. (Rivelazione 5:9)

 

    9 Per questa ragione Paolo dice che Dio “… non agli angeli, sottopose la futura terra abitata della quale parliamo”. (Hebreos 2:5) Egli ha predisposto che sia governata da coloro che essendo nati e vissuti come umani, possono comprendere i sentimenti e le debolezze dell’umanità. In armonia con questo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”, (Matteo 11:11) e Paolo, ricordando Abramo, Isacco, Giacobbe e tanti altri uomini fedeli dell’antichità, scrive: “Eppure tutti questi, pur avendo ricevuto una così buona testimonianza a causa della loro fede, non ricevettero l’adempimento della promessa fino a che noi ottenessimo quella di natura superiore che fu prestabilita dal principio per Dio”, (Ebrei 11:39-40) Infatti “… è scritto: “Il primo Adamo fu fatto anima vivente,” mentre l’ultimo Adamo spirito datore di vita. Non vi fu prima lo spirituale, ma il fisico, in seguito quello spirituale. Il primo uomo fu tratto dalla terra ed è terrestre, il secondo uomo viene dal cielo. Così come è il terrestre, tali saranno anche i terrestri, e così come è il celeste, tali saranno pure i celesti”. (1Corinti 15:45-48)

 

    10 Dice Isaia che quando il regno di Cristo trasformerà la terra in un paradiso, Iddio “Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato.”. (Isaia 25:8) Anche Giovanni conferma l’adempimento di questa promessa, quando descrive l’istituzione del regno di Dio, con queste parole: “…e udii una potente voce che veniva dal cielo dire: “La tenda di Dio è con il genere umano e rimarrà con loro, essi saranno il suo popolo e Iddio agirà a loro favore, asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e la morte non sarà più, non ci sarà più né cordoglio, né pianto, né dolore, perché le cose di prima sono passate”. Colui che siede sul trono mi disse: “Ecco, faccio ogni cosa nuova”. E continuò dicendo: “Scrivi perché queste parole sono fedeli e veraci”.” (Apocalisse 21:3-5)

 

    11 Questo è quello che le Scritture dicono riguardo al paradiso che gli uomini, grazie alla fede nella redenzione che si ottiene per mezzo di Cristo possono conseguire. Questo è il luogo promesso da Gesù al ladrone pentito che durante il suo regno sarà resuscitato per vivere con lui. Sforziamoci dunque per conquistarlo, affinché Gesù possa dire anche a noi in quel giorno: “così sarà, tu sarai con me nel paradiso”.